LO SPAZIO ANGUSTO: LA COPPIA CONFINATA dalla rassegnazione alla risorsa

Il confinamento nelle proprie abitazioni richiesto e attuato durante l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ridisegna equilibri consolidati che nel caso della coppia possono mettere duramente alla prova la sopportazione reciproca.

Ripercorrere i passaggi di incontro originario ci può, allora, aiutare a trovare lo “spazio d’uscita” per non vivere il confinamento casalingo come l’anticamera della fine dell’unione d’amore.

Quando la coppia si forma, le differenze individuali che contraddistinguono i due partner vengono percepite come punti di forza e base per una buona unione.

Molto spesso, però, nel tentativo di conciliare le due personalità in un progetto comune, i due partner lentamente perdono di vista proprio quello che, oltre l’attrazione fisica, li ha uniti.

Se subentra una crisi, ma anche un evento eccezionale come quello che la pandemia ci sta facendo attraversare, ritroviamo nei due partner un sentimento di rivendicazione per i propri spazi personali, per le proprie idee, per i propri valori ma anche verso le aspettative individuali sulla loro unione, come se fino ad allora si fossero sacrificati nell’esprimere sé stessi.

Lo spazio casalingo diventa improvvisamente uno spazio angusto, troppo piccolo – nella percezione dello spazio poco contano le dimensioni oggettive e gli spazi suddivisi – dove la privacy improvvisamente viene a mancare, dove ci si sente “costretti” a “condividere” pasti, riposo, tempo libero.

La coppia scopre di essere formata da due individui separati e compaiono, come uno shock, anche gusti diversi, preferenze differenti.

Si scopre qualcosa di nuovo: Io sono io e tu sei tu!

La comparsa delle differenze individuali nella coppia: genesi

Nell’esaltazione della prima fase d’unione, i due partner presentano all’altro solo l’aspetto migliore di sé aderendo anche ad un modello più accettabile socialmente.

Questa fase “fisiologica” nell’incontro tra i due partner può durare molto tempo, ci possono essere matrimoni impostati solo su questa prima fase grazie alla capacità istrionica del femminile e alla capacità camaleontica del maschile.

La suddivisione del lavoro aiuta a mantenere questa “distanza” tra i due. Una coppia così impostata difficilmente si arrenderà all’allargamento familiare che il concepimento dei figli comporta.

Una nuova opportunità

A poco a poco che la conoscenza tra i due va avanti, emergono anche i conflitti e/o i disagi personali che li affliggono individualmente e diventa sempre più difficile nasconderli all’altro ma anche a sé stessi.

Nel confinamento attuale, questo nuovo assetto può disorientare.

Improvvisamente l’altro si svela al partner come pieno di “difetti” o come “problematico”.

Questa nuova realtà, questa nuova “verità” della coppia, suggella spesso il “io ti salverò” che trascina i due nell’isolamento e nella frustrazione.

Ma, citando il grande romanziere Italo Calvino, “La conoscenza del prossimo ha questo di speciale, passa necessariamente attraverso la conoscenza di se stessi”.

La coppia che riconosce il problema del cambiamento individuale come risorsa e non solo come risultato delle apparenti presentazioni della propria personalità individuale, sarà la coppia che riuscirà a ridefinirsi nel confinamento riuscendo a trovare  la giusta motivazione al cambiamento, comprendendo che forse quelle evidenti differenze individuali emerse nella crisi, potranno rafforzare e non indebolire la loro unione, imparando a modulare le emozioni da condividere con le emozioni da elaborare individualmente prima di incontrarsi con l’altro.

Lo spunto che qui si intende porre è di concentrarsi nell’osservazione dei seguenti aspetti:

  • focalizzare l’attenzione sulle false comunicazioni che si vengono a creare tra i due partner
  • concentrarsi su una o più sequenze di azione tra i due ripristinando la comunicazione diretta, non aggressiva, verbale, pacata, nel rispetto delle emozioni dell’altro e delle proprie
  • prediligere la base comune, riscoprendo il focus comune originario che diventa la bussola della nuova armonia.

Si può, allora, vivere nello stesso spazio abitativo senza tarpare le ali individuali, uniche e – si scopre, paradossalmente – amate fin dall’inizio dell’incontro originario.